Carissima Amalia,
Giovedì sera Rina e i bimbi sono arrivati felicemente: io e l’attendente eravamo
alla stazione ad incontrarli. Tutto bene. I bauli sono arrivati stamattina –
pure in ottime condizioni, salvo la parziale dispersione del burro fuso, che ha
sporcato lo zucchero e la biancheria per la porosità del vaso di terra. Ma nulla
di grave. Ora Rina è in trambusto per mettere a posto e far pulizia; perciò ti
scrivo io – poi ti scriverà anche lei. I bimbi stanno benissimo: Titillo è
capriccioso più che mai; è buffo ed originale quel piccino!
Io ti esprimo tutta la mia riconoscenza per quanto hai fatto per i miei cari – e
per i non lievi disturbi, di cui essi ti sono stati causa; ma un anno di
soggiorno a Garessio ha indubbiamente giovato alla loro salute (sono infatti
floridissimi!), ed ha dato a me la tranquillità dell’animo nei momenti del
pericolo, nei mesi più gravi di agonia. Ero certo di non saperli soli – e anzi
di saperli bene affidati.
Ora l’orizzonte si rischiara: la causa del diritto e della giustizia sta per
trionfare!
Ed io sono doppiamente felice di ricongiungermi in questi momenti ai miei cari –
dopo tre anni di dolorosa separazione. Scrivici spesso. Quando verrai a
trovarci? Dacci notizie di Adolfo: oggi stesso scrivo anche a lui.
Saluta anche Dina. Saluta i signori Bava, la sig.ra Enrichetta: affettuosamente
saluto e ringrazio te anche a nome di Rina e dei piccolini.
Tuo Luigi