Mia Carissima,
vorrai scusarmi il foglio indecente. Non ho carta da lettera in casa e avrei
voglia lasciarmi sfuggire = l’attimo fuggente = che possa dedicarti. Sono appena
arrivata ed ho i miei 5 figli nudi da capo a piedi…… Figurati il mio da fare.
Siamo rimasti a Piacentina fino a pochi giorni fa trattenuti per curare Federico
ammalato gravemente di tifo. È finalmente rientrato in collegio ieri. Anche
Enrico ed Elena furono indisposti per parecchi giorni ed io pure attraversai un
periodo non buono: non digerivo ed il cuore funzionava male. Le scosse morali di
quest’ultimo mese di campagna mi avevano fatto male, i nervi erano molto scossi.
Mentre giungeva la notizia, ancora non credibile! della rapida e brillantissima
vittoria delle nostre armi e si piangeva di gioia e di commozione, i nostri
cuori trepidavano e piangevano per altre cose ben gravi.
Federico era aggravato in quel giorno, il povero Amedeo
[?], il marito dell’Ida [?] moriva; il povero Ettore [F?] e sua figlia di 18
anni erano morenti!.... La figlia pare ora fuori di pericolo ma il papà se n’è
andato. Mia cognata Livia è disperata! Contemporaneamente aveva alla distanza di
tre giorni, morì Ettore Salvi fratello della [M??] Enrichetta. T’assicuro che fu
una serie di cose tanto dolorose che [?] la gioia immensa del fine guerra non ha
trovato i nostri cuori disposti che ad una commozione senza allegria.
Ora è ritornata un poco di calma. Al Rosimino[?], che fu [?] pure molto
indisposto per i suoi disturbi di cuore, io dicevo un giorno ormai l’unico
pensiero allegro è l’Amalia. Unita a suo marito in questo momento, ormai
rassicurata scomparendo ogni pericolo di guerra, deve vivere una vita veramente
invidiabile e ne godo immensamente. Ti prego anzi di esprimere a tuo marito
tutti i miei sentimenti di cordialità ed ammirazione! A te, anche per Elena,
tanti abbracci tenerissimi. Tua Maria.