|
|
Borgonovo Val Tidone Si riportano le principali notizie raccolte sugli avvenimenti della Grande Guerra relativi a Borgonovo V.T. Per ulteriori approfondimenti invitiamo a visitare il sito I Borgonovesi nella Grande Guerra.
Quadro ricordo dei Caduti e dei reduci
L'ospedale militare si trovava nell'attuale casa di riposo Azalea, ex Istituto Enrico Andreoli.
Dopo la soppressione del vecchio convento di San Bernardino, l'amministrazione comunale di Borgonovo deliberò di abbandonare il vecchio Ospedale in via San Pietro, che fu convertito in asilo di infanzia, per portarlo provvisoriamente nel convento dei Frati Minori fino al 1 gennaio 1886 quando venne inaugurato il nuovo ospedale civile su disegno dell'architetto P.Giorgi. Il vecchio convento restò così adibito prima a scuola d'agricoltura e poi a ricovero per gli inabili.
Durante la Grande Guerra tale locale venne sistemato per iniziativa e sotto la diretta vigilanza del Direttore degli Ospedali militari di Piacenza, colonnello Rinaldi Scipione, e dal 3 giugno 1917 fu Ospedale militare per la sezione di medicina, mentre la sezione di chirurgia venne situata nell'Ospedale civile.
L'Ospedale militare aveva una capacità di 210 letti ed era diviso in due piani, composti ciascuno da tre grandi ambienti con molte finestre sull'aperta campagna.
La suppellettile non era elegante ne ricca ma in compenso era abbondante e conservata nella perfetta nettezza e nel massimo ordine.
Si trovavano nell'Ospedale: l'ufficio maggiorità, la cucina, il magazzino, il guardaroba e lo spogliatoio. Il servizio in ogni singolo reparto procede accuratissimo e impeccabile.
L'Ospedale civile si trovava nell'attuale struttura ospedaliera di Borgonovo Val Tidone. In questa struttura venivano ricoverati i gravi malati di chirurgia. Provvisto di tutto il necessario, ordinato, preciso, confortante dall'ingresso alle stanzette dei degenti, linde di chiarezza. Nel complesso si trovavano corridoi e loggette di comunicazione fra il corpo principale dei fabbricati e i due padiglioni attigui; c'erano inoltre una ricca sala operatoria e una cabina per radiografia, quindi una stanza per la sterilizzatrice e un gabinetto per le ricerche chimiche e microscopiche. Nella struttura, che poteva contenere fino a 40 malati di chirurgia, 30 di medicina, 12 di ostetricia, 33 infettivi e tubercolosi e 5 difterici contagiosi, vennero disposti 30 letti per militari infermi di gravi lesioni chirurgiche. Il direttore sia dell'Ospedale civile che di quello militare era il prof. Maini Pietro, conosciuto e apprezzato chirurgo. Al suo fianco il capitano medico dott. Giuseppe Frecceri e i tenenti medici dott. G. Batta Bertoglio e Cesare Fabbroni. Il servizio farmaceutico veniva garantito dalle farmacie locali Cremaschi e Parmegiani. Il tenente cappellano Don Giovanni Battista Ferraro si occupava sia degli ospedali di Borgonovo che di Castel San Giovanni. A supporto dei medici e del direttore, in qualità di infermiere e di aiutanti in genere, erano presenti nei due ospedali le Suore chiamate "Ancelle della carità" di Brescia, che resteranno in servizio all'Istituto Andreoli fino agli ultimi decenni del secolo scorso. Le suore aiutavano durante gli interventi chirurgici e nelle varie operazioni di radiografia, di analisi e in tutte le forme di assistenza. Erano anche ottime amministratrici oltre ad aiutanti di sanità ed agivano seguendo un sono pensiero: fare il bene e farlo bene. A Borgonovo si costituì un gruppo di signore visitatrici che facevano parte del Comitato "Pro feriti" che si assunsero l'incarico di confortare i feriti per mezzo di un'opera di assistenza. Le visitatrici procuravano carta, penna, cartoline, ecc... e si occupavano della posta e di scrivere lettere e cartoline. Il gruppo si costituì per iniziativa dell'Unione Generale degli insegnanti del quale era presidente il prof. Italo Pizzale e presidente onoraria la Dama della carità sig.ra Tina Parmeggiani. La presidente effettiva era la sig.ra Margherita Andreoli, vicepresidente la sig.ra Gina Codecà Gazzotti e segretaria la sig.ra Giulia Parmeggiani. A capo delle squadre visitatrici c'erano le signorine Maura Maini Mischy, Amelia Piazzale, Antonietta Pizzale, Maria Paganuzzi. Rappresentanti del gruppo erano presenti anche nelle frazioni. A Castelnuovo Bianca Prati, Gina Melzi e Maria Peretti; a Mottaziana Adele Maggi e Eva Braghieri, a Fabbiano Ada Giorgi e Vittoria Molinari, a Corano Luisa Bergonzi e Pia Ghelfi, a Bilegno Clementina Tosca e Adele Veneziani, a Breno Emma Gatti. Al Comitato "Pro feriti" si aggiunse la sezione "Pro profughi" che faceva capo al sigg. D. Angelo Rancati, dott. Italo Pizzale, dott. Pietro Maini, Ermenegildo Dallamora e Luigi Costantini Il deposito del 25° Reggimento Fanteria L'Oratorio di San Rocco, di proprietà del Conte Calciati, nel 1918 era occupato da parte delle truppe del 25° Reggimento Fanteria della Brigata Bergamo.
Riportiamo dal sito www.montegrappa100.eu alcune cartoline scritte dal fante Luigi Bellò di Solagna mentre si trovava a Borgonovo nel deposito del 25° in veste di caporale istruttore per addestrare le reclute che andranno a costituire il 207° Reggimento Fanteria.
Borgonuovo, lì 2 dicembre 1915
Comunicazione alle famiglie dei Caduti Angelo Ruggeri, in "Ai tempi della melica" riporta la testimonianza di un carabiniere che si era recato a dare alla famiglia di un Caduto il triste annuncio: Ricordo quel padre di Mottaziana, il suo urlo disperato ancora oggi ce l'ho nelle orecchie. Ci stavamo recando a casa sua ma lo incontrammo armato di falce intento a tagliare erba ai bordi della strada. Impossibile descrivere la scena. Ci disse: "non vengo a casa, andate voi da mia moglie". Fu allora che chiesi al maresciallo se poteva esonerarmi dall'accompagnarlo. Seguono le dichiarazioni di morte di tre Caduti di Borgonovo
AA.VV. – Gli ospedali militari di Piacenza dalla dichiarazione di guerra all’armistizio A. Ruggeri - Ai tempi della Melica - Costa e Conca
Condividi
|