|
|
Fiorenzuola d'Arda Fiorenzuola, già sede di un importante ospedale civile, durante la guerra si trasforma in una vera e propria città ospedale, sono infatti ben cinque gli edifici trasformati in ospedali militari: l'ospedale civile, palazzo Lucca, i due palazzi delle scuole elementari e l'asilo infantile. Tranne l'ospedale civile già esistente, questi edifici vennero adibiti a strutture sanitarie nel maggio 1917; questo avvenne quando il direttore degli Ospedali militari della Divisione di Piacenza Col. Dott. Scipione Rinaldi si accorse che il solo ospedale civile non era in grado di sostenere l'elevato numero di malati e feriti. Il dott. Rinaldi decise così di allargare agli altri edifici all'ospedale militare e ci riuscì con il valido aiuto del Genio Militare che portò a compimento i progetti. L'ospedale "La Provvidenza", che aveva già un secolo e mezzo di vita, accoglieva i feriti di guerra. In parte le ampie sale del primo piano erano state messe a nuovo e sistemate secondo i criteri della sanità militare per accogliere i soldati durante la guerra. Le camerate potevano accogliere oltre 150 degenti. Era presente anche un reparto per gli ufficiali. Tutti i servizi sono efficienti, dalla camera operatoria alla cucina e ai bagni; è presente corrente elettrica in ogni ambiente e sono diffusi i rubinetti di acqua potabile, il riscaldamento è a termosifone. Oltre agli uffici dell'amministrazione, era presente l'alloggio delle suore di sant'Anna e una cappellina per le funzioni religiose. Nell'agosto del 1917 venne inaugurato il gabinetto radiologico, di grande importanza sia per i reparti militari che per quelli civili, donato dal sig. Torquato Ravizzi. Annesso all'ospedale c'era anche un laboratorio ben attrezzato per le ricerche batteriologiche e chimico-cliniche. Era infine presente una lavanderia per tutti i reparti. Il capo reparto era il dott. Perinetti Enrico. Il palazzo settecentesco di via Garibaldi e di proprietà della famiglia Lucca, che ospitò nel 1866 Umberto di Savoia, venne trasformato in ospedale nell'aprile-maggio 1917. Il grande palazzo, ornato da affreschi e stucchi in stile barocco, ha tre piani e ampi saloni ben areati; vi potevano essere ricoverati 300 degenti. Era diviso in due parti ognuna delle quali gestita da un medico locale; purtroppo non era consentito ai degenti accedere al bellissimo giardino posteriore di fronte alla stazione ferroviaria, ma solo a due semplici cortili. Presso il palazzo c'erano magazzini, guardaroba, spogliatoio, vestizione e disinfezione personale. Era inoltre presente una cucina che serviva anche gli altri reparti tranne quelli dell'ospedale civile. L'impianto di disinfezione era costituito da una stufa a vapore tipo "De Franceschi" e da una camera a sviluppo di gas. I capi reparto erano i dottori Braibanti Ferruccio, Cap. medico Gandolfi Decio, Finzi Mario e Dalla Torre Pietro. Erano due edifici grandi e moderni, in mezzo ad un giardino a sud della città, adibiti a scuole elementari. Nell'aprile-maggio 1917 vennero trasformati in ospedali, con un reparto per edificio. Le aule divennero corsie arredate di letti, erano presenti l'illuminazione elettrica e il riscaldamento a termosifone. La capacità dei reparti era di 200 ricoverati. Il capo reparto era il dott. Gelati Pietro. Anche nell'asilo infantile, che ha ancora le caratteristiche di un chiostro, vennero ospitati i feriti e i malati. Le sale a loro dedicate vennero sistemate in modo moderno nel maggio 1917 e potevano ospitare 100 letti. I capi reparto erano i dott. Capitani Medici Vassallo Arturo e Galliani Luigi. In questi ospedali svolsero un importante servizio le signore Dame Samaritane del luogo aderenti alla scuola di Piacenza sotto la direzione della signora Irma Anguissola. Hanno prestato servizio le signorine Barnbareschi Virginia, Bavagnoli Piacenza Teresa, Concari Elina, Dodi Virginia, Dosi Carolina, Gelati Dina, Pogliaga Prati Silvia, Ranza Casella Maria, Ravazzi Elide. Prestarono inoltre umile servizio le suore "Figlie di Sant'Anna" in tutti i reparti, alla cucina, guardaroba, lavanderia, ecc. La superiora era suor Teodorica Maccari. Le Dame Visitatrici si recavano a turno dai soldati sofferenti portando carte e buste, si occupavano di scrivere e ritirare lettere, cercavano le famiglie scambiando notizie e confortavano i malati e i feriti. Ne era la presidente la Sig. Bavagnoli Piacenza Teresa e le visitatrici erano: Callori Dina, Cerioli Giuseppina, Corinaldi Ravà Bice, Dodi Virginia, Gavazzi Zoe, Maccagli Alovisi Virginia, Silvotti Masini Irma, Pastorini Maria, Silva Maria ved. Ferri, Maccagni Ada, Merli Giuseppina, Muggia Rosina, Ventrelli Avogadri Elisa, Vespasiani Lodovica. Il direttore e il personale medico Il direttore degli ospedali era il Maggiore medico Prof. Dott. Giuseppe Gardenghi dell'università di Parma, già dall'apertura degli stabilimenti nel maggio 1917 e ne operò il completamento degli allestimenti. Fu sostituito successivamente dal Maggiore medico Dott. Ferrario e a sua volta dal Capitano assimilato Perinetti Dott. Enrico che ne continuarono l'opera. Il Maggiore medico Ligabue Prof. Dott. Pietro era il chirurgo. I farmacisti furono i Tenenti Bonatti dott. Agostino, Testori Ezio, Bonsembiante Garibaldo. Il cappellano Don Silvio Pizzorni dei Frati Minori. ll Prof. Arch. Luigi Dodi (1900-1983) ricordava che il 30 maggio 1916 sono giunti a Fiorenzuola d’Arda, alle 21,00, con apposito treno, 300 profughi provenienti da Castel Tesino che vennero ospitati nella città. Il 03 novembre 1918 i profughi, compresi alcuni vicentini, lasciarono Fiorenzuola per tornare alle loro case. Caserma del 61° Fanteria, Brigata Sicilia, con sede a Parma
Ci sono testimonianze che a Fiorenzuola c'erano edifici
per ospitare prigionieri, comando truppe territoriali, magazzini viveri ed altro
ancora. AA.VV. – Gli ospedali militari di Piacenza dalla dichiarazione di guerra all’armistizio
|