Le prime fasi della conquista del Monte
Vodice iniziano fin dal maggio del 1915 con le prime esplorazioni delle linee
austroungariche e il passaggio dell’Isonzo a Plava dove i pontieri del 4° Rgt.
Genio di Piacenza lavorano per mantenere operative le passerelle bersagliate
dall’artiglieria. Si punta quindi alla quota 383 per la cui conquista cadono
alcuni piacentini della brigata Ravenna. In due anni continuano sanguinosi
combattimenti con un numero altissimo di vittime. Si vive a stretto contatto con
il nemico, al punto che in un’abitazione i due eserciti occupano la stessa casa
e sono separati solo da una parete. I Caduti sono numerosissimi e le situazioni
vissute inenarrabili. Il terreno è completamente sconvolto dalle granate.
Il 12 maggio 1917 inizia la decima battaglia dell’Isonzo e nel settore
l’obiettivo è la conquista di tutta la dorsale del Vodice. L’operazione è
affidata principalmente alla 53^ divisione comandata dal principe generale
Maurizio Ferrante Gonzaga la cui famiglia è oggi strettamente legata al nostro
territorio. Numerosi i reparti che partecipano all’operazione con perdite
elevatissime, basti l’esempio della Brigata Girgenti che tra il 18 e il 31
maggio ha perdite pari a 105 ufficiali e 3248 soldati. Per supportare il morale
dei combattenti, la banda divisionale suona in zona di operazioni. Anche molti
reparti alpini partecipano all’impresa, di alcune loro operazione si hanno
notizie solo frammentarie perché i superstiti sono pochissimi. Molti piacentini
partecipano con alcuni battaglioni del 3° Reggimento e tra il 18 e il 21 maggio
cadono o sono dispersi Giuseppe Bongiorni, Cesare Boselli, Pietro Callegari,
Emilio Devoti, Ernesto Groppi, Luigi Marchesi, Bartolomeo Mazzocchi, Celso Oddi
e Giovanni Repettati. Divisio Brizzolesi del 1° Art. da Montagna cade invece il
29. Nelle stesse giornate vengono decorati gli Alpini e artiglieri da montagna
piacentini Eugenio Agnelli, Cesare Bianchini, Luigi Bozzi, Emilio Devoti,
Domenico Follini, Antonio Gandolfini, Mario Minoia, Giovanni Repettati e Achille
Zanotti.
Una testimonianza diretta ci giunge dalla lettera di
Giannetto Devoti dell’82^ cp. del Monte Granero, futuro fondatore del Gruppo di
Carpaneto, riconosciuto invalido dopo le ferite sul M. Vodice.