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Gruppo alpini di Rivergaro Il gruppo è stato fondato nel Febbraio del 1937 dal M.llo aiutante di battaglia Ramponi Alessandro rimasto in carriera fino al 1954. Successivamente si sono avvicendati come capo-gruppo Baldrighi Attilio e Groppi Giuseppe. Dal 1974 fino al 1984 il gruppo è stato mantenuto attivo dal sig. Bonelli Censo, su delega del Cap. Govoni Cav. Arturo, compianto presidente sezionale. Nel 1984 il capo-gruppo Ricci Aldo con passione e tenacia ha portato il gruppo ad avere un notevole numero di iscritti e una propria sede rimanendo in carica fino al 1996. Dal 1997 al 2003 il gruppo è stato guidato da Albasi Renato il quale ha passato il testimone all'attuale capo-gruppo Mercori Luigi. Dall'anno della propria ricostruzione, 1981, il Gruppo Alpini di Rivergaro ha sempre interpretato il motto "onorare i morti aiutando i vivi", svolgendo numerose attività legate alla beneficenza, come la tradizionale consegna, nel periodo natalizio, dei pacchi-dono agli ospiti della casa di riposo di Pieve Dugliara, la partecipazione al "Banco Alimentare". Alpini del Gruppo, inoltre, hanno svolto attività di volontariato recandosi in Albania nel 1996 per la costruzione di una scuola e a Foligno, in Umbria, territorio colpito dal terremoto nel 1999, a Piacenza nel 2002 hanno contribuito a trasformare una struttura fatiscente in rifugio-dormitorio per senzatetto. Nell'elenco delle attività del gruppo non mancano nemmeno manifestazioni ricreative organizzate dagli Alpini di Rivergaro durante l'anno associativo, quali la "Castagnata Alpina". Continue sono le collaborazioni con l'Amministrazione Comunale delle due giornate commemorative del 25 Aprile e 4 Novembre.
Piccola Rassegna stampa degli interventi di solidarietà ed aiuto prestato dagli Alpini della Sezione di Piacenza. CANTIERE PER LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE EDIFICIO IN JUBANI ALBANIA Gruppo di lavoro 8/22 Agosto 1996 Anche gli Alpini: Renato Albasi, Giuseppe Bussandri, Luigi A Lbertelli, Germano Bertuzzi ed il Consigliere Sezionale Gianni Barani, hanno recepito l'invito del Presidente Fumi ed hanno aderito all'iniziativa promossa dalla sezione di Piacenza per la costruzione del nuovo edificio in Jubani a pochi chilometri da Scutari in Albania che ospiterà le Suore Scalabriniane. In questa casa le Suore potranno svolgere tante attività, dare formazione professionale in settori diversi e potranno altresì svolgere la loro missione di catechesi a tutti gli abitanti del villaggio (oltre quattromila persone). Giunti in Albania ci siamo resi conto di una realtà molto diversa dalla nostra, degrado e miseria sono apparsi a tutti noi dopo poche centinaia di metri di percorso. Arrivati sul luogo di lavoro abbiamo capito che il cammino non sarebbe stato breve. Le opere da realizzare erano ancora tante, il tempo a nostra disposizione era breve rispetto alle necessità. Subito ci siamo messi all'opera con un programma ben preciso, dopo un sopralluogo nel cantiere e con tanta voglia di fare. Siamo partiti con un rinzaffo ai muri perimetrali ove abbiamo innalzato poi pareti in forati, a due piani dello stabile poi completati con pareti divisorie. Sono stai messi in opera davanzali in cemento alle 46 finestre dello stabile, sono stati montati stipiti alle 25 porte dei due piani con La spaccatura delle spalle e la riquadratura delle stesse. Sono stati eretti camini interni ed esterni allo stabile cercando di recuperare il materiale mancante nei villaggi del luogo. Non è stato facile trovare un lattoniere che ci fornisse e ci sagomasse lamiere per le grondaie. Ardua è stata l'impresa per l'assemblaggio ed il montaggio. Le tegole sono state posate in tre delle quattro falde del tetto, tutte sono state portate a spalla sul luogo di posa. Si è proceduto al rifacimento dell'intonaco esterno alla facciata d'ingresso e parte di una facciata laterale del fabbricato. Sono state date indicazioni per la posa in opera di pozzetti, fosse biologiche nonché per pozzetti di scarico e drenaggio. Meraviglia è stata espressa dai collaboratori albanesi per la laboriosità e volontà dimostrata dagli Alpini anche nelle giornate festive. L'esperienza è stata positiva, l'impatto con la gente molto buono, cordialità e gratitudine hanno rafforzato la nostra volontà di ritornare per completare il lavoro. Siamo fermamente convinti che è bello e fa bene dare una mano a chi veramente ne ha bisogno e soprattutto siamo convinti della grande opera che le Suore quotidianamente svolgono a favore di quella popolazione.
NOVEMBRE 1999: TERREMOTO A FOLIGNO
Il
palazzo che lo ospitava è inagibile per il terremoto - Gli alpini della
Protezione Civile di Salò hanno rimosso le apparecchiature e gli strumenti
scientifici, i piacentini, con l'apporto di quelli di Vicenza, hanno
ristrutturato un capannone costruendo poi i vari laboratori - Sarà un centro
modernissimo e di grande richiamo scientifico e culturale - La collaborazione
con gli studenti dell' IPSIA di Foligno e del "Guarini" di Modena. "Il
laboratorio resuscitato", titolava il quotidiano Il Messaggero nel dare la
notizia dell'imminente conclusione dei lavori del
Laboratorio
centrale di scienze sperimentali di Foligno. E ancora: "Un rilancio possibile
grazie agli Alpini e a tante donazioni pubbliche e private". Già, gli Alpini,
che hanno continuato e continuano l'opera di solidarietà nei confronti delle
popolazioni colpite dal terremoto che ha sconvolto l'Umbria. Ed è altamente
significativo che in questo caso l'attenzione sia stata rivolta ad una scuola,
ai giovani, alla loro possibilità di crescita professionale e culturale. Questa
storia a lieto fine inizia con le drammatiche sequenze del terremoto che devasta
il seicentesco palazzo Candiotti, sede del laboratorio sin dai primi anni '60.
Inizialmente sede di gabinetti scientifici per istituti magistrali e licei
classici, era stato successivamente anche sede di corsi di aggiornamento per
docenti di discipline scientifiche. Venne infne dotato di apparecchiature per
diverse discipline: chimica, biologia, fisica generale, ottica, acustica,
geografia, geologia. Il terremoto sembrava aver dato il colpo di grazia a questo
laboratorio: attrezzature scientifiche e macchinari stavano diventando
inservibili finché il provveditore agli Studi di Perugia, Miccichè, ha
incaricato un docente di matematica dell'Istituto ITIS di Foligno, il Prof Luigi
Mingarelli, di avviare e coordinare le iniziative per trasferire le attrezzature
del laboratorio e consentire la ripresa dell'attività.
UNA STRUTTURA FATISCENTE TRASFORMATA IN RIFUGIO-DORMITORIO PER SENZATETTO "GRAZIE ALPINI SIETE MERAVIGLIOSI" L'assessore ai Servizi sociali ha ringraziato i volontari della Sezione ANA che hanno eseguito i lavori a tempo di record impegnandosi con oltre duemila ore. Quando si è deciso di intervenire in forze sono arrivati gli Alpini, che ho visto lavorare. Peccato che non siano tutti come voi: rovesceremmo l'ltalia. E' giusto che la città sappia che siete meravigliosi". Sono parole dell'assessore al servizi sociali del Comune di Piacenza Anna Braghieri, pronunciate durante l'inaugurazione del nuovo dormitorio per persone senza fissa dimora, ricavato da un fatiscente edificio adiacente la stazione ferroviaria della città, ristrutturato a tempo di record (in soli due mesi!) da 45 Alpini della sezione guidati dal presidente Carlo Fumi. Ma andiamo per ordine. Era da tempo che, nell'ambito del progetto regionale "Città sicure", l'assessore ai Servizi Sociali d'intesa con il collega assessore ai Lavori pubblici Fausto Frontini (alpino) e al sindaco Gianguido Guidotti pensavano a una struttura moderna e dignitosa in grado di ospitare per la notte i senzatetto che gravitano nella zona della stazione ferroviaria, ma anche persone di passaggio costrette a sostare a Piacenza ed in condizioni di disagio economico. E' stato prescelto l'edificio situato nell'area del dopolavoro ferroviario. Fatiscente, abbandonato da anni ma in grado - una volta sistemato - di assolvere degnamente al suo compito. Erano i primi giorni di Marzo. In poche settimane sono state sbrigate le pratiche burocratiche necessarie per svincolare l'edificio. Poi è stata una gara di generosità: il geometra Gianpaolo Ultori ha provveduto al progetto, contributi sono giunti dal lascito di un docente piacentino, il professor Francesco Segadelli, scomparso anni fa ed alla cui memoria è stato dedicato il dormitorio, dai Lyons Piacenza Gotico tramite il presidente Giuliano Manfredi, la Fondazione di Piacenza e Vigevano. Restava la parte esecutiva: riservata agli Alpini. In meno di due mesi, lavorando per oltre duemila ore complessive, squadre di volontari si sono alternate con impegno e abnegazione.Gli Alpini hanno provveduto a realizzare la controsoffittatura del grande edificio per evitare la dispersione del calore durante i mesi più freddi, hanno rifatto ex novo gli impianti elettrici ed idraulici, costruito i servizi igienici, uno dei quali adatto anche ai portatori di handicap ed eseguito tutte le altre opere necessarie a trasformare quell'edificio disastrato in un rifugio confortevole e accogliente. Giovedì 23 Maggio l'inaugurazione della struttura, dotata di un gradevole ingresso, un ufficio e una stanza per il custode. Monsignor Tommaso Lanfranchi ha benedetto l'opera, il sindaco ha ringraziato quanti hanno contribuito alla sua realizzazione ed in special modo gli Alpini; l'assessore Anna Braghieri ha tracciato la storia di un capannone abbandonato trasformato in accogliente rifugio per i bisognosi attraverso una cordata di solidarietà che ha visto gli Alpini in primo piano. Gli Alpini non hanno parlato, né il presidente sezionale Fumi né il vice presidente nazionale Vittorio Costa. Ma, si sa, alle parole, preferiscono i fatti, tanto più quelli di Piacenza non nuovi a interventi del genere essendo stati in prima linea, con tante altre penne nere, anche per la costruzione dell'asilo di Rossosch ed essendo ancora impegnati a dotare di defibrillatori le unità mobili di pronto soccorso del territorio. Il dormitorio è stato aperto i primi giorni di Giugno, affidato alla gestione dei volontari della Ronda della Carità.
CONSEGNA DEI PACCHI DONO IN OCCASIONE DELLE FESTE NATALIZIE ALLA CASA RIPOSO "GASPARINI" DI PIEVE DUGLIARA
GIORNATA NAZIONALE DEL BANCO ALIMENTARE
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