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Emergenza Liguria 2011 - Rientro dall'emergenza in Liguria - Nostri alpini in Liguria «La paura non è finita» da Libertà del 6 novembre 2011 Rientro dall'emergenza in Liguria Dopo tre settimane di intensa attività e la chiusura dei cantieri della Colonna Mobile Nazionale ANA in Val di Vara, mercoledì 30 novembre rientra il coordinatore sezionale Franco Pavesi. Nell'ultima settimana, insieme a Stefano del terzo raggruppamento, Franco ha guidato gli alpini (più di 130 per turno) in qualità di referente della sede Nazionale. Nelle prime settimane gli Alpini dell'Emilia Romagna hanno presenziato con più di 215 volontari, per un totale di 680 giornate lavorative. L’ANA nell'Emergenza Liguria, oltre che con Volontari generici per lo sgombero di detriti e la pulizia delle abitazioni, ha impiegato squadre specializzate nelle trasmissioni con ponti radio e reti di comunicazione con i propri capisquadra e gruppi sul territorio. Squadre Alpinistiche hanno compiuto operazioni di disgaggio di massi e alberi su frane e dirupi in collaborazione con i tagliatori con motoseghe adibiti al taglio di legname sugli alvei dei torrenti mentre erano presenti squadre di autoprotezione di soccorso nei cantieri più critici con autoambulanze fuoristrada attrezzate che operavano in accordo con il 118. Era presente la segreteria d'emergenza dell’ANA, con punto TLC, per la registrazione dei volontari (non solo dell’ANA), mantenere il controllo delle squadre sui diversi cantieri e i contatti diretti con COM e COC. Gli alpini hanno inoltre garantito il controllo della viabilità e il servizio di scorta agli scuolabus in prossimità di frane e il servizio cucina con una cucina mobile che ha potuto fornire fino a 1300 pasti giornalieri a volontari e popolazione nei primi giorni dell'emergenza. Ora gli Alpini sono tornati alle proprie abitazioni ma pronti a ripartire se richiamati a fronteggiare un'emergenza che sembra non abbia fine. Nostri alpini in Liguria «La paura non è finita» da Libertà del 6 novembre 2011 In pattuglia a Genova, mobilitati a Borghetto Vara Le auto
infilate nelle vetrine dei negozi sono l'immagine-choc dell'alluvione a Genova e
per il piacentino Franco Pavesi, coordinatore del gruppo regionale alpini della
Protezione Civile, l'istantanea indelebile di un momento tragico. Al pari della
morte disseminata qualche giorno prima a Borghetto di Vara, impartiscono un
insegnamento senza scappatoie: «Nello spazio di un nanosecondo tutto può essere
distrutto - riflette Pavesi - si cancella la storia di un paese, si cancellano
vite. Siamo fragilissimi, quando la natura rialza la testa ci mette in
ginocchio». E la situazione di oggi non consente di star sereni, aggiunge. La
sera stessa del disastro a Genova, Pavesi con un gruppo di alpini era in
perlustrazione nelle vie del capoluogo ligure, in zona rossa, proveniente da
Borghetto dove il contingente presta la sua opera dal 26 ottobre, dopo che un
diluvio di fango si è abbattuto sul paese. Oltre al coordinatore, da Piacenza
sono partiti Germano Bertuzzi, Gianfranco Bertuzzi, Armando Perini con la moglie
Giuseppina Quaranta, lui impegnato sulla logistica, lei a dare una mano sul
fronte sociale, Graziano Franchi e Giuseppe Villa, Luigi Caminari e Rossella
Gallerati, Luciano Rossi, Renato Giraldi e Milena Pelech. Ieri Pavesi è
rientrato a Piacenza, già martedì dovrebbe tornare in azione. Con le piogge che
non hanno dato tregua, due frazioni della Val di Vara, Stagnedo e Boccapignone,
sono state evacuate per un nuovo fronte di frana.
Galleria fotografica di Rossella Gallerati |