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Terremoto in Emilia - rassegna stampa

- TERREMOTO IN EMILIA - da "L'alpino modenese", dicembre 2012

- Agli Alpini il ringraziamento della Regione Emilia-Romagna,  da www.regione.emilia-romagna.it, 28/11/2011

- Il grazie di Finale Emilia al cuore degli Alpini - da "Libertà", 30/11/2012

- Alpini protagonisti dei soccorsi in Emilia - da "Libertà", 27/08/2012

- Il sisma in Emilia 20/27 maggio - da "La Protezione Civile" di giugno 2012

- Il grande cuore degli alpini in aiuto agli sfollati - da "Libertà", 25/05/2012

 


TERREMOTO IN EMILIA

La Protezione Civile della Sezione di Modena ha chiuso bene il più grande impegno dalla sua costituzione

Domenica 4 novembre, dopo cinque mesi e mezzo di presenza continua, i nostri Volontari hanno lasciato il Campo Robinson 1 A.N.A.R.E.R. di Finale Emilia per l’ultima volta. Restano solo alcuni container ordinati da portare via, una cella frigo ed una casetta  usata come PostoMedico, entrambe donate da benefattori alla nostra Sezione. Si chiude una emergenza che ha richiesto un impegno mai così grande, che ha superato quello del terremoto in Abruzzo ed ogni altra emergenza per numero di Volontari impiegati e turni coperti. Dall’alba del 20 maggio, giorno della prima tremenda scossa, le nostre squadre si sono alternate ininterrottamente prima per  l’installazione del Campo, e poi per il suo mantenimento, con grande disponibilità e volontà per alleviare le sofferenze di chi era rimasto senza il bene più importante: la propria casa. Nel caldo asfissiante di una estate con punte altissime di calore, dove lavorare nella cucina era veramente una sofferenza, nelle giornate di pioggia, fino ai primi freddi dell’autunno, i Volontari della Sezione di Modena, insieme a quelli delle altre Sezioni dell’Emilia Romagna hanno faticato, non dormito, e corso contro il tempo per sopperire a  tutte le necessità che via via si presentavano con uno spirito ammirevole che solo chi è portatore di valori veri riesce a fare, a volte imprecando, ma spesso in allegria e con la battuta sempre pronta a rendere più gradevole anche il lavoro più pesante. E sono nate amicizie lavorando fianco a fianco con uomini e donne mai conosciuti prima, con naturale spontaneità dettata dalla soddisfazione di fare una cosa giusta insieme. Solo chi ha dentro una grande “alpinità” e spirito di appartenenza riesce ad esprimere tutto ciò. Il campo A.N.A.R.E.R. Robinson resterà nei ricordi di tutti coloro che vi sono stati: è stato un formidabile banco di prova e di formazione per ogni Volontario e soprattutto per i Capi Campo, figura chiave in questa emergenza. E’ stato riconosciuto dall’Agenzia Regionale di Protezione Civile come il più funzionale ed il meglio organizzato, con le sue centrali, elettrica e tecnologica, che lo rendono autonomo, oltre ai box per i bagni e le docce con acqua calda, le tende isolate dal terreno con i refrigeratori d’estate e le stufette in autunno, la mensa funzionale e apprezzata per la qualità e l’area giochi per i bambini. Non a caso tante delegazioni di altri stati che si occupano di protezione civile sono venuti a visitarlo per migliorare le loro strutture e anche ad imparare. Possiamo ben dire di essere stati ancora una volta all’altezza del compito a noi assegnato, la logistica del Campo d’Accoglienza alla popolazione, che la Regione Emilia Romagna ha affidato agli Alpini, riconoscendoli come i più affidabili. Dalla cucina come detto, in cui la Sezione di Modena si è distinta ed ha coperto circa l’80% del fabbisogno, ma anche alla segreteria che nei primi giorni, ha fatto un lavoro eccezionale mettendo un impegno non comune nel cercare di organizzare come dividere gli sfollati nelle tende cercando di eliminare all’origine divergenze sociali che poi sarebbero diventate critiche e, grazie al lavoro svolto nel campo, la convivenza è stata sicuramente migliore. Poi il servizio di vigilanza ed il comparto trasmissioni, con turni sulle 24 ore. Un plauso particolare va a quei Volontari che si sono trovati nelle giornate sotto dimensionate e che hanno ugualmente controllato tutta la gestione del campo con successo. In questa emergenza abbiamo avuto chi ci ha aiutato offrendoci attrezzatura e materiale, per rendere più professionale e meno gravoso il lavoro dei nostri volontari a servizio degli ospiti del Campo. L’aiuto degli Alpini si è esteso anche agli sfollati che nel periodo estivo sono stati ospitati nelle varie comunità della pedemontana e appennino, dando supporto alle Amministrazioni locali nel gestirli oltre ai ragazzi ospitati nei vari centri estivi. Nell’emergenza è stato necessario allestire un magazzino di materiali, ed anche qui i nostri Alpini, uniti ai volontari, hanno egregiamente gestito e organizzato lo stoccaggio e la distribuzione dei generi immagazzinati. Non ci siamo fermati alla gestione del nostro campo A.N.A.R.E.R., alcuni di noi sono stati più volte distaccati per aiuti concreti al campo della Consulta del Volontariato presente nel comune di Finale Emilia. A Campo chiuso, a Finale Emilia la Sezione di Modena ha visto presenti 235 Volontari diversi, molti svolgendo più turni, che hanno svolto ben 1861 giornate complessive di lavoro. Inoltre non stimati ci sono i numerosi volontari che hanno prestato la loro opera nella gestione del magazzino, dei campi estivi e nelle varie comunità di accoglienza terremotati. Un grande grazie meritato a tutti, compresi tutti gli oltre 5.000 Volontari dell’A.N.A. che da ogni Regione del nord e del centro Italia sono accorsi allestendo altri campi in tutta l’area del sisma. Perché quando ve ne è stato bisogno noi siamo andati da loro. Questo è quanto ha fatto la nostra Associazione. Siatene orgogliosi di farne parte. Perché avete scritto un’altra bella pagina della storia di questa nostra Italia. Viva la nostra Protezione Civile. (F.M.M.G.)

L'alpino modenese, dicembre 2012


Agli Alpini il ringraziamento della Regione Emilia-Romagna

L'assessore Gazzolo: "Insieme a migliaia di volontari hanno svolto un lavoro fondamentale di assistenza alla popolazione colpita"

“Il terremoto in Emilia ha rappresentato una nuova sfida per gli Alpini, a 140 anni dalla loro fondazione. Il grande lavoro che hanno svolto anche in questa circostanza nel garantire l’assistenza alla popolazione, mi ha confermato l’importanza fondamentale di ciascuno delle migliaia di volontari che si sono resi disponibili ad intervenire”. Con queste parole l’assessore regionale alla Protezione Civile Paola Gazzolo ha ringraziato a nome della Regione Emilia-Romagna il Corpo degli Alpini, nel corso della conferenza stampa che si è tenuta in mattinata a Finale Emilia, dove le Penne nere sono state impegnate in particolare nella gestione del Campo Robinson.
Tra i presenti, Corrado Bassi consigliere nazionale Ana e presidente della Commissione nazionale di Protezione civile dell’associazione, Cesare Lavizzari presidente della Commissione nazionale informatici e comunicazione Ana e Giuseppe Bonaldi coordinatore nazionale della Protezione civile Ana, i presidenti e i rappresentanti provinciali e di sezione delle associazioni Ana dell’Emilia-Romagna e l’assessore del Comune di Finale Emilia Angelo D’Aiello.
L’impegno degli Alpini è destinato a proseguire anche oltre l’emergenza con la ricostruzione della scuola d’infanzia di Casumaro, a Cento, e della palestra di Rovereto di Novi.
Nel corso della conferenza stampa sono stati lanciati due grandi eventi che coinvolgeranno gli alpini nel 2013: l’adunata nazionale che per la prima volta si terrà a Piacenza dal 10 al 12 maggio e l’adunata del secondo raggruppamento a Castel San Pietro dal 19 al 20 ottobre.

da www.regione.emilia-romagna.it, 28/11/2011


Il grazie di Finale Emilia al cuore degli Alpini

Sessanta appartenenti alla sezione di Piacenza, nell'arco di 5 mesi, hanno svolto 13 mila ore di lavoro al campo "Robinson", cinque fin dal 20 maggio

La prima scossa devastante è stata quella delle 4.03 del 20 maggio. Una notte segnata dal dolore del terremoto, dallo smarrimento lasciato dalle scosse in una popolazione che dalla terra si è sentita tradita. Ma non dalle persone. Non dai circa 24 mila volontari che sono accorsi da ogni parte del Paese per prestare soccorso, 7 mila solo quelli emiliano romagnoli. Tra questi, anche 60 alpini della sezione di Piacenza che, nell'arco di 5 mesi, hanno svolto 13 mila ore di lavoro al campo "Robinson" di Finale Emilia. 5 di loro hanno operato nel centro della bassa modenese fin dal pomeriggio del 20 maggio, contribuendo all'allestimento di quelle tende che nei mesi successivi hanno rappresentato la nuova casa per centinaia di cittadini privati della propria abitazione. Si tratta di Maurizio Franchi, Franco Pavesi, Carlo Magistrali, Davide Rindone e Giuseppe Villa. "Nelle ore immediatamente successive al sisma siamo stati contattati dagli Alpini di Cento e siamo stati destinati a Finale Emilia", racconta Pavesi. Arrivati nel primo pomeriggio, hanno iniziato a montare il campo di accoglienza per gli sfollati sotto la pioggia che aveva iniziato a scendere. "Nel frattempo la popolazione iniziava ad affluire su quello che - solo fino al giorno prima - era semplicemente un campo sportivo", prosegue. "La gente era spaventatissima per i crolli, arrivava da noi in ciabatte, riparata dagli ombrelli: già nella prima sera abbiamo contato 170 persone". Per garantire l'accoglienza, tra le attività iniziali è stato necessario prevedere anche l'allestimento di una segreteria d'emergenza dove registrare i cittadini presenti nel campo per distribuirli nelle tende. "Abbiamo dato la precedenza alle famiglie con donne e bambini che hanno dormito su brandine, servendosi di bagni chimici messi a disposizione dal comune perché quelli dell'impianto sportivo erano stati lesionati dal terremoto", aggiunge Pavesi. Accompagnati dai Vigili del Fuoco, gli Alpini sono entrati in alcuni supermercati chiusi perché pericolanti, alla ricerca degli approvvigionamenti necessari a garantire la colazione del giorno successivo ai loro ospiti. È iniziato così un impegno al servizio della popolazione finalese che le Penne nere hanno condotto con passione, professionalità ed efficienza fino al 20 ottobre, quando il campo è stato chiuso. Ad aprire ogni giornata, in questi mesi, è stato sempre l'alzabandiera accompagnato dall'inno d'Italia. "Una cerimonia che ha un significato preciso: simboleggia che lo Stato c'è, che le istituzioni sono presenti", commenta Pavesi.
Nei giorni scorsi, a Finale, il ringraziamento per il grande lavoro svolto dalle Penne Nere. "Dagli Alpini - ha affermato Cesare Lavizzari dell'Ana nazionale - giunge un esempio importante: quello di agire senza attendere che siano altri a farlo. E l'amicizia alpina, la capacità di entrare in sintonia con il prossimo, è la chiave di volta per costruire un futuro migliore". Un futuro che passerà anche da Piacenza, dove dal 10 al 12 maggio si terrà l'adunata nazionale delle Penne nere, annunciata l'altro giorno dal cuore dell'Emilia.


Filippo Zangrandi

Libertà, 30/11/2012


Alpini protagonisti dei soccorsi in Emilia

Bruno Plucani: «Ogni settimana costanti partenze da Piacenza per Finale»

Quelli vissuti da Finale Emilia subito dopo il terremoto sono stati tra i giorni più difficili attraversati dalla città nell'ultimo secolo. Le scosse avevano lasciato il segno, nelle ore successive al sisma la gente si aggirava sconvolta per le vie del paese. Immediato l'arrivo degli Alpini da tutta l'Emilia Romagna, impegnati nell'allestire il campo di I volontari dell'Ana nel campo di accoglienza di Finale Emilia e, a destra, l'assessore regionale alla protezione civile Paola Gazzoloaccoglienza "Robinson". Si trattava del primo in Regione e con ogni probabilità sarà anche l'ultimo a chiudere, a fine settembre, come annunciato dall'assessore regionale alla protezione civile Paola Gazzolo nel corso di una visita svolta nei giorni scorsi. Al suo fianco, il collega Giancarlo Muzzarelli, il presidente nazionale dell'Ana, Corrado Perona, cinque consiglieri dell'associazione e i presidenti delle sezioni provinciali tra cui il piacentino Bruno Plucani. «Ogni settimana è partito da Piacenza alla volta di Finale un numero variabile di Alpini, da 4 ad 8», afferma quest'ultimo. «Il rapporto instaurato con la popolazione è stato particolarmente positivo e, anche nella nostra città, si è avviata una raccolta di fondi promossa dai gruppi della bassa val Trebbia ed estesa poi a tutta la provincia». Le risorse saranno versate sul fondo unico nazionale gestito dall'Ana e presto sarà deciso se spenderle per la ristrutturazione di una scuola o di una struttura per anziani.
Lavoravano sotto la pioggia, le Penne nere, subito dopo la prima scossa. Lavoravano fischiettando e in questo modo hanno assistito la popolazione, contribuendo anche a risollevarne in parte il morale con la simpatia e allegria che le contraddistinguono. «Gli Alpini - ha affermato Paola Gazzolo - rappresentano una colonna portante del sistema nazionale e regionale di protezione civile. In questi mesi il loro impegno si è rivelato prezioso e insostituibile per tante ragioni: non solo perché hanno dimostrato di operare con grande energia, ma anche perché hanno trasmesso fiducia ai cittadini. Quella fiducia che porta a guardare al futuro interrotto come nuovamente possibile». L'assessore ha quindi ricordato le 5.612 persone ancora assistite dalla Protezione Civile, in calo del 62% rispetto al picco di 14.804 registrato l'8 giugno. «Nella vastità della tragedia che ha colpito l'Emilia nessuno può fare da solo», ha aggiunto. «Per questo è stato particolarmente importante il grande sciame di solidarietà che si è attivato: da chi, come le Penne nere, ha deciso di impegnarsi in prima persona nell'assistenza a chi ha versato il proprio contributo con l'Sms solidale o ha organizzato le numerose iniziative promosse a sostegno dei terremotati. I fondi raccolti - ha concluso Gazzolo - saranno utilizzati secondo criteri precisi: equità, legalità e trasparenza. Ogni cittadino dovrà sapere a cosa è stato destinato anche il singolo euro: l'Emilia Romagna saprà dimostrare che il Paese può cambiare, può essere migliore».


Libertà, 27/08/2012


Il sisma in Emilia 20/27 maggio

Da "La Protezione Civile" di giugno 2012


Il grande cuore degli alpini in aiuto agli sfollati

Squadre delle penne nere piacentine a Cento dove hanno allestito tendopoli per cittadini senza più casa

«Il patrimonio artistico è ridotto in condizioni disastrose. Le abitazioni vanno forse un po' meglio, ma i capannoni industriali e le attività agricole hanno subito grossissimi danni». Sono queste le prime impressioni riportate da Franco Pavesi e Carlo Magistrali, due dei cinque alpini che domenica scorsa sono stati praticamente tra i primi a partire da Piacenza per portare aiuto subito dopo la notizia del devastante terremoto che ha scosso gran parte dell'Emilia. Insieme a loro intorno alle 7 e 30 del mattino, e quindi pochissime ore dopo la prima forte scossa, sono partiti anche Giuseppe Villa, Davide Rindone e Maurizio Franchi tutti dirottati alla volta di Cento. «Poco tempo dopo essere arrivati a Cento - racconta Pavesi che è anche il vice coordinatore regionale della Protezione Civile degli alpini - è arrivato l'ordine di convergere verso Finale Emilia dove sono state dirottate tutte le forze e i mezzi degli alpini per l'allestimento di un campo base gestito dall'Ana regionale dell'Emilia Romagna». In poche ore le penne nere, tra cui la squadra di piacentini guidati da Pavesi, è riuscita a dare ospitalità ai primi 159 sfollati. «Ad oggi - dice ancora Pavesi - so che il campo è arrivo a regime per un totale di circa 300 posti». Sia Pavesi che Magistrali domenica mattina si stavano preparando per un'esercitazione in programma a Sarmato. «Ero a casa - racconta Magistrali - e mi stavo preparando per un'esercitazione che doveva tenersi a Sarmato quando ha iniziato a girare la notizia del terremoto cui è seguita la chiamata per partire». La squadra di cinque alpini piacentini è rimasta i primi due giorni dopodiché sono arrivati altri rinforzi che hanno permesso loro di tornare a casa. La seconda squadra che ha dato loro il cambio è formata da Armando Perini, Giuseppina Quaranta, Luciano Rossi, Germano Bertuzzi e Mauro Giorgi. «Io nel fine settimana ritornerò per organizzare la prossima turnazione» dice Pavesi. «La situazione che abbiamo trovato a poche ore dal terremoto - racconta invece Carlo Magistrali - è quella di un territorio dove il patrimonio storico è ridotto in condizioni disastrose cosiccome numerosi capannoni industriali i quali hanno subito ingenti danni con conseguenze immagino pesanti sul ciclo produttivo locale. Le abitazioni per quel che ho potuto vedere sembravano in stato leggermente migliore, ma si tratta di un'impressione visiva. In realtà mi hanno detto che anche quelle hanno subito grossi danni».

Mariangela Milani

Libertà, 25/05/2012