Il
nostro Vessillo Sezionale è il simbolo che rappresenta tutti gli Alpini
piacentini , riuniti nella nostra Sezione ; è parimenti simbolo delle tradizioni
alpine di quest’ultima, dei suoi onori, della sua storia ed del ricordo dei
nostri veci e Caduti andati avanti. Il tutto nelle varie attività istituzionali
che l’ANA promuove nei suoi interventi, ormai a livello internazionale.
Esso interviene, infatti, secondo regolamento, a tutte le commemorazioni, raduni
e Feste Grandi sezionali oltre a, purtroppo, cerimonie funebri di Capigruppo o
componenti il CDS in carica, commemorazioni di altre Associazioni dove la
presenza degli Alpini sia richiesta, alle attività dell’ANA nazionale ; anche
all’estero ( ricordiamo tutti l’intervento a Parigi a i funerali di Lazzaro
Ponticelli, ultimo reduce della 1° Guerra Mondiale).
Esso è un po’ la nostra bandiera di Alpini piacentini e come bandiera è sempre
scortato dal “comandante” Presidente di Sezione o da un suo delegato; ma quanti
di noi, pur avendolo spesso sotto gli occhi, si sono soffermati un attimo a
considerare come è composto e di quali decorazioni è insignito?
Fissato il punto che la denominazione esatta è Vessillo Sezionale ( mentre il
Labaro è quello Nazionale), vediamone una rapida descrizione.
Il drappo verde, frangiato inferiormente in oro, è sospeso orizzontalmente ad
un’asta, riportante, in punta, un’aquila ad ali distese; al centro, ricamato in
oro, il logo dell’Associazione sopra alla denominazione “Sezione di Piacenza”;
posteriormente il Tricolore.
Esso è decorato delle seguenti medaglie, che ricordano atti eroici di Alpini
piacentini e gli interventi di soccorso umanitario per i quali è stata
riconosciuta l’eccezionalità da parte della Nazione.
Le due Medaglie d’Oro ad Alpini piacentini.
Cap.
Pietro Cella da Bardi, cl 1851, Medaglia d’Oro al Valor Militare
Nella campagna d’Africa del 1896, la prima che preveda l’intervento di truppe
alpine, è comandante di compagnia del 1° btg. Alpini d’Africa e cade eroicamente
durante la battaglia di Adua. La prima Medaglia d’Oro alpina, ne riportiamo la
motivazione, nella stringata prosa dell’epoca, che nulla toglie all’eroismo
dell’azione:
“Comandante delle compagnie alpine 3a e 4a distaccate sulla sinistra
dell’occupazione di Monte Raio, le tenne salde in posizione contro soverchianti
forze avversarie finché furono pressoché distrutte, e combattendo valorosamente
lasciò la vita sul campo prima di cedere di fronte all’irrompente nemico”
— Adua (Eritrea), 1º marzo 1896
Già al battesimo del fuoco la tradizionale granitica resistenza delle truppe
alpine, impassibile fino all’estremo sacrificio, permette ad altri Alpini ed
altre truppe di sganciarsi e sottrarsi al sicuro annientamento.
Alpino
Giuseppe Sidoli, da Vernasca, cl. 1906, Medaglia d’Oro al Valor Militare
Appartenente al 10° Rgt. Gran Savoia, Btg. Alpini “Uork Amba”. Durante le
operazioni di rastrellamento, successive alla conquista dell’Etiopia, contro le
bande irregolari di Sciftà, cade eroicamente, ormai isolato sul fondo del canyon
di Tarà, per permettere la salvezza dei commilitoni al fortino di Mosobit. La
motivazione:
“Durante un combattimento, benché ferito ad una gamba, si difendeva animosamente
a colpi di bombe a mano, sfuggendo alla cattura da parte di nuclei nemici.
Sorpreso di nuovo dall’avversario e circondato mentre accorreva a prestare aiuto
ad un conducente rimasto ferito, opponeva eroica resistenza sparando fino
all’ultima cartuccia. Ferito ancora al petto, si preoccupava di porre in salvo
un’arma, instradando verso le nostre linee il quadrupede che la portava. Colpito
infine mortalmente alla testa, lasciava gloriosamente la vita sul campo. Esempio
fulgidissimo di valore, spinto fino al supremo sacrificio.”
Tarà Mosovic, 14 Dicembre 1938
Alpini , muli , armi ed eroismi; un presagio di quello che sarà per il nostro
Corpo il calderone della 2° Guerra Mondiale che, da lì a pochi anni, chiederà il
suo tributo di sangue al fior fiore della gioventù delle nostre montagne .
Il Vessillo non si fregia solo di decorazioni individuali, ma anche di
riconoscimenti collettivi assegnati per l’attività meritoria dell’ANA nelle
calamità naturali . Ripercorriamo con queste la storia più recente della nostra
Associazione
MEDAGLIA D’ORO AL VALOR CIVILE conferita all’ANA con la seguente motivazione:
"In occasione della violenta alluvione abbattutasi su Piemonte e Emilia Romagna,
che causava vittime e ingentissimi danni, l'Associazione Nazionale Alpini, dando
prova ancora una volta di elevatissima professionalità, di encomiabile spirito
di sacrificio e di incondizionato impegno, interveniva con uomini e mezzi in
soccorso delle popolazioni colpite e, prodigandosi con immediatezza, efficacia e
sensibilità in una generosa e instancabile opera di solidarietà, contribuiva a
garantire il graduale ritorno alla normalità. Novembre 1994."
29 novembre 1995
E’ la decorazione alla quale sono personalmente più legato, avendo partecipato,
sotto alle armi, alle operazioni di soccorso. Ricordo ancora l’impressionante
quantità di fango che intasava locali e cantine. Qualche anno dopo potei
scambiare alcune impressioni con il Presidente di Sezione di allora, Carlo Fumi,
anche lui intervenuto con la nostra Sezione, che partecipò alle successive
operazioni di ripristino con numerosi volontari.
MEDAGLIA D’ORO AL MERITO CIVILE conferita all’ANA con la seguente motivazione:
“Associazione di soldati della montagna in congedo, in 57 anni di feconda
attività ha posto in luce le nobili tradizioni delle truppe alpine, indirizzando
la propria azione verso obiettivi di fraterna concordia, di rispetto delle
Istituzioni e di amor di Patria. Sempre presente là dove le necessità delle
genti montanare o le improvvise sciagure ne richiedevano l'aiuto, ha impegnato
numerosissimi suoi soci nelle operazioni di immediato soccorso alle popolazioni
colpite dal rovinoso terremoto del Friuli, mobilitandoli successivamente, tra
enormi difficoltà e perigli, nell'umanissima e meritoria opera di assistenza e
di ricostruzione. Gli Alpini in congedo, che nella circostanza hanno dato un
contributo di sangue per alleviare le sofferenze delle comunità terremotate, si
sono ancora una volta rivelati in possesso delle più elette doti di solidarietà
e di generosa abnegazione, riscuotendo l'ammirazione e la gratitudine più ampie
della Nazione. Maggio-settembre 1976”.
9 maggio 1977
Tutti ricordiamo il terremoto del Friuli e l’ondata di solidarietà che ne seguì.
L’intervento rivelò la necessità di una Protezione Civile nazionale e mise le
basi alla nascita della nostra associativa. La motivazione mette perfettamente
in luce le caratteristiche dell’ANA come l’attuale Associazione d’Arma attiva
nel sociale e nel volontariato fattivo.
MEDAGLIA DI BRONZO AL MERITO CIVILE conferita all'ANA con la seguente
motivazione:
“In occasione di gravi calamità abbattutesi in Valtellina ed in Armenia,
interveniva con uomini e mezzi nelle zone del disastro, offrendo il proprio
contributo generoso ed instancabile in favore delle popolazioni colpite.
Valtellina-Valbrembana estate 1987 e Armenia, dicembre 1989”.
La solidarietà in Patria , ma anche con possibilità di proiezione all’estero.
L’ospedale da campo della Protezione civile alpina restò operativo in Armenia
per numerosi mesi raccogliendo i più ampi riconoscimenti di efficienza ed
utilità anche dalla popolazione locale.
MEDAGLIA D’ORO AL MERITO DELLA CROCE ROSSA ITALIANA conferita all’ANA con la
seguente motivazione:
“Per la encomiabile opera svolta nelle attività di assistenza in occasione di
pubbliche calamità in Italia e all’estero interpretando lodevolmente gli alti
ideali umanitari, di solidarietà e di volontarietà che ispirano anche il
Movimento Internazionale di Croce Rossa, con la personale abnegazione e lo
spirito di sacrificio dei singoli appartenenti”.
13 aprile 2002
Troviamo inoltre una Benemerenza della Protezione Civile Nazionale per
l’attività svolta in seguito al terremoto in Abruzzo nel 2009 ed una decorazione
commemorativa del terremoto di Campania e Basilicata del 1980 della quale in
tutta sincerità non sono riuscito a recuperare nessuna notizia. Qualche vecio
appassionato di numismatica o che abbia partecipato ai soccorsi può aiutarci?
Sul nostro Vessillo , come su quelli delle altre Sezioni, con l’alto valore
rappresentativo dei simboli, viene così riassunta la storia e le tradizioni
della nostra Associazione d’Arma. Ad esso va il nostro massimo rispetto, che
viene esternato nel saluto degli astanti durante le sfilate e nella resa degli
onori, durante la presa di posizione negli schieramenti, al suono del “Trentatrè”,
durante le nostre manifestazioni sezionali.